Questo blog vuole offrire uno spazio di approfondimento, discussione, riflessione, su molte delle problematiche affrontate durante il corso e per introdurne delle altre. Uno spazio didattico quindi ma non solo. Il titolo del blog richiama la necessità che internet sia un luogo-non luogo destinato a tutti, che tutti possano accedere alle rete, che tutti abbiano il diritto alla conoscenza e al sapere e a partecipare all'intelligenza collettiva che internet realizza. L'intervento giuridico deve essere ridotto al minino, la legge statale deve intervenire solo per prevenire e punire la commissione di reati. La vera regola che vige sulla rete è la capacità di autonomia, il senso di responsabilità, di educazione e di rispetto delle regole di netiquette.


giovedì 7 febbraio 2008

Informatica diritto e filosofia: un nuovo libro curato da Mario Sirimarco



Vi segnalo l'uscita del mio nuovo libro dal titolo Informatica diritto e filosofia, edito da Aracne nella collana "Passato e presente" del Centro per la Filosofia italiana.


Si tratta di una raccolta di saggi sulle principali questioni teoriche e giuridiche sull'Informatica giuridica.


Di seguito l'elenco dei collaboratori e dei contributi presenti nel volume.

Mario Sirimarco,
Informatica giuridica, filosofia del diritto, teoria generale del diritto

Giuseppe Casale,
Summum cyborg summa iniuria. Platone, Aristotele e Cicerone al cospetto del “giudice automatico”

Roberta Fidanzia,
Democrazia e Rete. Spunti di riflessione

Gianluigi Fioriglio,
Gli hacker tra etica e diritto

Alessandro Fruci,
Documento informatico e firma digitale: profili giuridici

Enrico Graziani,
Cibernetica e diritto in Norbert Wiener

Stefano Pratesi,
Verso una Bioetica Artificiale? Riflessioni sull’era cyborg

Maurizio Ricci,
La proprietà intellettuale: aspetti giuridici e filosofici

Augusto Romano,
Sui reati informatici nella legalità costituzionale

Teresa Serra,
La disobbedienza civile nel mondo di Internet

Mario Sirimarco,
Ancora su apocalittici ed integrati: ovvero tra Hermes e Narciso

Luigi Tivelli,
I vizi della legislazione

Patrizio Gravano,
L’inflazione normativa nei principali paesi europei. Quantificazione e costi

3 commenti:

fg ha detto...

Riporto di seguito alcuni stralci di un comunicato stampa apparso sul sito del CNIPA (Centro Nazionale per l’Informatica nella PA):

GIUSTIZIA: PIÙ SNELLA E VICINA A PROFESSIONISTI, IMPRESE E CITTADINI CON L’ICT
Nuovo tassello per una Giustizia moderna, veloce e trasparente
Firenze, 21 feb. ’08 – La giustizia in Toscana mette il turbo digitale. L’amministrazione della giustizia, infatti, a breve sarà più snella, trasparente, efficiente, rapida e, soprattutto, più vicina ai professionisti, in particolare gli avvocati, ma anche alle imprese ed ai cittadini, grazie ad un maggior ricorso alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, l’ICT, e ad una più sinergica integrazione tra sistemi pubblici centrali. Questi gli obiettivi del protocollo d’intesa che sancisce una più stretta collaborazione tra il Ministero della Giustizia, la Regione Toscana e il CNIPA-Centro Nazionale per l’Informatica nella PA.
Per raggiungere questi scopi vengono innanzitutto attivate le integrazioni tra infrastrutture tecnologiche già esistenti, come la Rete Telematica Regionale Toscana-RTRT e il Sistema Pubblico di Connettività-SPC, con analoghi standard di sicurezza anche in ordine all’identificazione e all’accesso per ottenere l’erogazione di servizi on line a uffici giudiziari, enti pubblici, professioni, cittadini e imprese.
Attraverso SPC, ormai destinato ad essere la “rete federale”, l’infrastruttura telematica del Ministero della Giustizia si interconnette con quella regionale della Toscana facendola così diventare porta di accesso a molteplici servizi, alcuni già presenti localmente, come la cancelleria telematica, la rete dei giudici di pace, l’estensione della sperimentazione del “Legalserve” di Prato, il sistema delle Prefetture e delle Procure per la gestione trasparente dei beni sequestrati alla criminalità organizzata. Si punta anche a favorire un dispiegamento dei servizi per la giustizia in modo integrato e partecipato con le politiche regionali, a partire dai temi della sicurezza e della cultura della legalità; e servizi tesi ad innovare in maniera sostitutiva procedimenti amministrativi in una logica di semplificazione e riduzione del carico burocratico, includendo anche il sistema degli enti locali.
Altri obiettivi sono la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi dl lavoro finalizzati a supportare l’attività giurisdizionale per assicurarle maggiore efficacia e più tempistica (il cosiddetto ufficio di processo); fare leva sull’innovazione degli uffici giudiziari affinché diventino ‘motore di sviluppo’ di nuove relazioni con gli altri soggetti pubblici presenti nel territorio.

fg ha detto...

DAL SITO DEL “CORRIERE DELLA SERA” (3 MARZO 2008)

DIRITTO D'AUTORE
COPYRIGHT MUSICALE A 95 ANNI?
PETIZIONE WEB CONTRO IL PROGETTO

Raccolta di firme per impedire che l'Ue decida l'adeguamento alla legge americana sulle registrazioni
Una petizione online per dire di no all'estensione del diritto d'autore sulle registrazioni musicali: è l'iniziativa promossa in rete dall'Electronic Frontier Foundation e dall'Open Rights Group per permettere ai cittadini europei contrari al prolungamento della durata del copyright di far conoscere il proprio dissenso alle istituzioni dell'Unione.
LA PROPOSTA DI McCREEVY – A metà dello scorso febbraio, infatti, il commissario europeo Charlie McCreevy ha proposto l'estensione dei diritti sulle registrazioni musicali dagli attuali 50 anni a 95, allineando così l'Europa agli Stati Uniti. A giustificazione della sua idea, McCreevy ha chiamato in causa il diritto dei cantanti e dei musicisti al controllo di come le proprie opere vengono utilizzate: 50 anni di diritti sulle performance musicali non sono sufficienti a tutelare chi le esegue garantendo incassi derivanti dal loro lavoro per un tempo sufficientemente lungo. Quindi perché non permettergli di beneficiare di un copyright analogo a quello che già protegge gli spartiti e i testi, legati ai compositori per tutta la vita e, successivamente, agli eredi per altri 70 anni?
TUTELARE CHI? - In particolare, gli artisti che il commissario dice di voler proteggere sono quelli con diritto d'autore "in scadenza", ovvero coloro che hanno registrato le proprie opere a metà del secolo scorso, e che tra poco quindi - allo scadere del cinquantesimo anno - non riceveranno più le royalties. E se questo può anche non costituire un problema per il reddito degli artisti più famosi, così non è per i più anonimi, quelli semisconosciuti che hanno contribuito alla nascita di moltissime opere d'arte e che faticano a vivere con ciò che guadagnano dalla loro musica. Di fatto, però, la nuova legge europea tutelerebbe anche le casse delle major dei disco, che grazie a McCreevy manterrebbero il controllo sulle registrazioni per ulteriori 45 anni garantendosi così i profitti derivanti dalla musica che riempie i loro archivi: quella di 40-50 anni fa, lo zoccolo duro ormai in scadenza, appunto. Da un lato, quindi, le case discografiche sperano nella modifica della legislazione, e dall'altro i sostenitori della libera circolazione delle idee si battono contro l'estensione, sostenendo che il cambiamento finirà per scoraggiare l'innovazione, impedirà il rinnovamento del mercato, danneggerà i nuovi artisti e limiterà la libertà di accesso del pubblico alla propria eredità culturale.

fg ha detto...

DAL SITO DEL “CORRIERE DELLA SERA” (4 MARZO 2008)
COELHO E LA PIRATERIA CHE AIUTA LE VENDITE
«IN RUSSIA VENDEVO UN MIGLIAIO DI COPIE, DOPO LA DIFFUSIONE ONLINE SONO ARRIVATO A 10 MILIONI»
MADRID - Per scaricare gratuitamente da Internet una copia in inglese dell’ultimo romanzo La strega di Portobello, il sistema più rapido è consultare il suo autore: Paulo Coelho. Che ha già anticipato, ai fan interessati, il link giusto dal suo blog , con la promessa di fornire presto le indicazioni su come leggere a sbafo tutta la sua produzione letteraria, anche per il futuro e in qualunque idioma sia stata tradotta, dal tedesco al giapponese, dallo svedese allo spagnolo. Una bella prova di fair play da parte di chi campa di copyright.
Ma Coelho può permetterselo. Anzi, ne ha fatto addirittura una filosofia di vita e di cassetta: è dal 2005 che lo scrittore e poeta brasiliano si è specializzato nella caccia ai siti on line in cui si possono reperire copie, in linea di principio illegittime, delle sue opere: non per farli chiudere o per denunciarli e reclamare risarcimenti milionari, ma per suggerire gli indirizzi ai suoi lettori e incoraggiarli ad approfittarne. Dedica tre ore quotidiane a questa attività e, non contento, paga una decina di segugi in Francia, Russia, Brasile, Turchia perché gli indichino nuovi canali attraverso cui diffondere i suoi «omaggi» al popolo dei naviganti. Autolesionismo? Tutt’altro, alla fine ci si guadagna, teorizza lo scrittore brasiliano durante le sue conferenze in giro per il mondo: «Anche le vendite in libreria hanno beneficiato di questo stratagemma — assicura — e le case editrici farebbero bene a prenderne nota».
Filibustiere di se stesso, come si rappresenta ironicamente in una foto, con bandana e benda sull’occhio, accanto al link malandrino, Coelho, 60 anni, è la firma che ogni editore vorrebbe, con una dote di decine di milioni di lettori (paganti) in tutto il mondo e 100 milioni di copie vendute, regolarmente, nelle librerie. La sbarazzina inclinazione a invitare i lettori nelle biblioteche gratuite online è, per lui, una forma di coerenza: «Ho sempre pensato che, quando cominci a scrivere, la tua massima aspirazione è di essere letto. Non puoi cambiare poi all'improvviso idea e diventare un taccagno». Vero anche che l’autore de L’Alchimista e di altri successi editoriali non ha mai ceduto i diritti digitali delle sue opere e dunque può amministrarli come meglio crede, ma le traduzioni appartengono ai suoi editori.
D’altra parte sembra che la sua generosità online abbia effetti positivi sui bilanci. Coelho se ne sarebbe accorto casualmente quasi dieci anni fa, nel 1999, quando s’imbatté in una edizione digitale pirata delle sue opere, tradotte in russo. Decise di inserire il link nella sua pagina web per vedere che cosa sarebbe successo: aveva comunque poco da perderci, perché su tutto il mercato russo i suoi libri avevano venduto un migliaio di esemplari. L’esito fu sorprendente: la diffusione dei suoi romanzi in Internet fece moltiplicare le vendite per dieci nel giro di due anni, in Russia, con una crescita esponenziale costante che, secondo i dati forniti dal suo agente a Newsweek, ha raggiunto ora dieci milioni di copie. La promozione in rete, secondo Coelho, altro non è che un’evoluzione del vecchio, classico passaparola, da sempre alla base del suo trionfo letterario tra il pubblico. Di sicuro gli internauti non fanno complimenti: negli ultimi sette anni, le opere del poeta- guru brasiliano sono state scaricate venti milioni di volte.