Questo blog vuole offrire uno spazio di approfondimento, discussione, riflessione, su molte delle problematiche affrontate durante il corso e per introdurne delle altre. Uno spazio didattico quindi ma non solo. Il titolo del blog richiama la necessità che internet sia un luogo-non luogo destinato a tutti, che tutti possano accedere alle rete, che tutti abbiano il diritto alla conoscenza e al sapere e a partecipare all'intelligenza collettiva che internet realizza. L'intervento giuridico deve essere ridotto al minino, la legge statale deve intervenire solo per prevenire e punire la commissione di reati. La vera regola che vige sulla rete è la capacità di autonomia, il senso di responsabilità, di educazione e di rispetto delle regole di netiquette.


giovedì 29 gennaio 2009

Ancora su Internet e privacy

Internet e i social network hanno rivoluzionato la nostra vita relazionale: primo fra tutti Facebook, in testa a tutte le classifiche con oltre 150 milioni di utenti nel mondo di cui 6,5 milioni italiani; seguito da MySpace, Hi5, Flickr, Skyrock, Friendster, Tagged, LiveJournal, Orkut, Fotolog, Bebo.com, LinkedIn, Badoo.com...secondo l'ultima ricerca Alexa.com. Ma bisogna saperli usare. I neofiti della Rete sono i soggetti più a rischio di furto di identità e di altri dati personali, soprattutto la mancanza di cultura digitale rischia di vedere molti utenti incappare in errori di cui prima o poi si pentono online: anche solo perchè online, scripta manent. Spesso per sempre. Quindi se non si sta attenti a quello che si pubblica, dalle foto alle confessioni personali, addio riservatezza.

Per evitare un uso dei social network (e di tutta Internet!) inconsapevole, per esempio del fatto che i propri dati personali possono non scomparire mai e quindi vanno maneggiati con cura, oggi il Garante della Privacy ha indicato alcune regole per l’auto-regolamentazione degli utenti durante una tavola rotonda all’Università Cattolica di Milano nella Giornata Europea della protezione dei dati personali.

"Serve un antivirus umano" ha dichiarato Mauro Paissan, componente dell'Autorità Garante per la protezione di dati personali, nella sua relazione introduttiva. E il presidente Francesco Pizzetti ha tracciato un elenco dei rischi che è bene conoscere: «Una volta messi sulla Rete, i dati personali di un utente sono difficilmente cancellabili; un numero enorme di persone può conoscere le vostre confessioni più intime e chiunque - aziende private, pubbliche amministrazioni, professionisti, sconosciuti - potrà raccogliere un’enorme quantità di informazioni che vi riguardano e farne l’uso che vuole. Ma ci sono profili ben più gravi, come quelli che riguardano la reputazione, che vanno considerati. Secondo una recente ricerca il 77 % di chi recluta personale cerca possibili candidati sul web e il 35% di loro afferma di aver eliminato un candidato sulla base di informazioni scoperte navigando in rete. Se si tratterà di decidere chi assumere tra due candidati allo stesso livello avrà la peggio quello dei due che, senza pensarci bene, ha messo a disposizione nel suo social network dati e informazioni che possono danneggiarlo».

Per evitare questi problemi occorre che la privacy e la libertà possano convivere. Per questo il Garante, anche sulla scorta di quanto messo a punto anche delle Autorità Garanti di tutto il mondo riunite a Strasburgo nell’ottobre 2008, ha dato un elenco di raccomandazioni agli utenti affinchè valutino bene quali informazioni pubblicare.

«Ma anche i fornitori di servizi di social network devono essere sottoposti ad una serie di obblighi - ha spiegato Pizzetti - questi devono prevedere configurazioni tecniche orientate a favorire la privacy degli utenti ed informarli in modo corretto e trasparente sulle conseguenze che potrebbero derivare dalla pubblicazione di dati personali in un profilo. Devono inoltre garantire che i dati degli utenti non siano rintracciabili dai motori di ricerca se non con il loro previo consenso. Agli utenti deve essere consentito di cancellare ogni informazione pubblicata sul social network».

Un tema complesso e controverso, che non si esaurisce in una tavola rotonda.

ECCO IL DECALOGO x gli utenti:

AUTOGOVERNO - Pensarci bene prima di pubblicare propri dati personali (soprattutto nome, indirizzo, numero di telefono) in un profilo-utente.

USO CONSAPEVOLE - Tenere a mente che immagini e informazioni possono riemergere, complici i motori di ricerca, a distanza di anni.

RISPETTARE I TERZI - Astenersi dal pubblicare informazioni personali e foto relative ad altri senza il loro consenso. Ci potrebbero essere ripercussioni penali.

CAMBIARE LOGIN E PASSWORD - Usare login e password diversi da quelli utilizzati su altri siti web, ad esempio la posta elettronica e per la gestione del conto corrente bancario.

ESSERE INFORMATI - Informarsi su chi gestisce il servizio e quali garanzie dà il fornitore del servizio rispetto al trattamento dei dati personali. Utilizzare impostazioni orientate alla privacy, limitando al massimo la disponibilità di informazioni, soprattutto rispetto alla reperibilità dei dati da parte dei motori di ricerca.

Ecco il decalogo per i fornitori:

FAVORIRE LA PRIVACY - I fornitori di social network devono prevedere configurazioni tecniche orientate a favorire la privacy.

INFORMAZIONE TRASPARENTE - Devono informare gli utenti in modo trasparente sulle conseguenze che potrebbero derivare dalla pubblicazione di dati personali in un profilo.

GARANTIRE NON RINTRACCIABILITÀ DATI - Devono garantire che i dati degli utenti non siano rintracciabili dai motori di ricerca se non con il loro previo consenso.

LIMITARE VISIBILITÀ INTERO PROFILO - Agli utenti deve essere consentito di limitare la visibilità dell’intero profilo, così come il recedere facilmente dal servizio e di cancellare ogni informazione pubblicata sul social network.

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