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venerdì 16 gennaio 2009

Modificare la Playstation è reato

Anche le Playstation sono protette dal diritto d’autore ed è reato modificarle per caricare videogiochi non originali. La Cassazione riconosce alla «consolle» più amata dai ragazzi la patente di «opera dell’ingegno» e condanna chi vende chip in grado di modificare le Playstation per «utilizzare videogiochi masterizzati». La quarta sezione penale, con la sentenza 1243, ha confermato la condanna del socio di un’azienda di distribuzione di prodotti elettronici di Bolzano che attraverso il proprio sito Internet aveva «posto in commercio dei ’mod-chip’ destinati ad alterare il prodotto Playstation 2 e a consentire la fruizione di videogiochi masterizzati». Condannato in primo grado e assolto in appello, il commerciante si era visto annullare con rinvio dalla Suprema Corte la sentenza favorevole.
Già con la precedente decisione i giudici di piazza Cavour avevano spiegato che «i videogiochi sono qualcosa di più articolato rispetto ai programmi per elaboratore comunemente in commercio», aggiungendo che possono essere definiti «opere dell’ingegno complesse e multimediali». Insomma, la Playstation non è un semplice computer ma, a parere dei magistrati, una «macchina automatica per l’elaborazione dell’informazione». La Corte d’appello di Trento, che aveva inizialmente assolto il venditore di chip per le modifiche, ha quindi rivisto la propria decisione giungendo ad una sentenza di condanna. Inutile il nuovo ricorso in Cassazione, secondo la quale «se l’uso prevalente della Playstation modificata è quello di leggere videogiochi masterizzati», c’è violazione delle misure di protezione adottate dalla Sony (società produttrice della consolle) a tutela del diritto d’autore. In sostanza, l’azienda di Bolzano dovrà anche risarcire le spese del giudizio alla Sony, costituitasi parte civile.

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