Questo blog vuole offrire uno spazio di approfondimento, discussione, riflessione, su molte delle problematiche affrontate durante il corso e per introdurne delle altre. Uno spazio didattico quindi ma non solo. Il titolo del blog richiama la necessità che internet sia un luogo-non luogo destinato a tutti, che tutti possano accedere alle rete, che tutti abbiano il diritto alla conoscenza e al sapere e a partecipare all'intelligenza collettiva che internet realizza. L'intervento giuridico deve essere ridotto al minino, la legge statale deve intervenire solo per prevenire e punire la commissione di reati. La vera regola che vige sulla rete è la capacità di autonomia, il senso di responsabilità, di educazione e di rispetto delle regole di netiquette.


giovedì 7 maggio 2009

Per negare l'accesso a Internet servirà l'ordine di un giudice

L’Europarlamento ha bocciato a larga maggioranza, oggi a Strasburgo, le nuove norme Ue che avrebbero permesso alle autorità amministrative degli Stati membri di "tagliare" l’accesso a Internet degli utenti che scaricassero illegalmente contenuti sottoposti a copyright, così come prevede una legge attualmente in discussione in Francia.

Con 407 voti a favore, 57 contrari e 171 astenuti, gli eurodeputati hanno approvato in seconda lettura un emendamento - nell’ambito del compromesso complessivo con il Consiglio Ue sul pacchetto di riforma delle telecomunicazioni - in cui si conferma la posizione dell’Europarlamento secondo cui l’accesso a internet può essere negato in caso di downlaod illegale solo a seguito di un ordine del giudice, e non su semplice decisione amministrativa.

L’approvazione dell’emendamento ha fatto cadere l’intero testo sulla riforma delle Tlc, perché i negoziati di compromesso con il Consiglio Ue non prevedono modifiche e sono approvati solo se l’Europarlanento li accetta integralmente. Il pacchetto sarà ora rinviato al ’comitato di conciliazionè dove le due istituzioni comunitarie cercheranno un nuovo accordo sulla riforma, che mira a migliorare la concorrenza e la tutela dei consumatori sul mercato europeo delle telecomunicazioni. Quello della repressione del download illegale era ormai il solo punto controverso del pacchetto, fra l’Assemblea di Strasburgo e i governi dei Ventisette.

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