Questo blog vuole offrire uno spazio di approfondimento, discussione, riflessione, su molte delle problematiche affrontate durante il corso e per introdurne delle altre. Uno spazio didattico quindi ma non solo. Il titolo del blog richiama la necessità che internet sia un luogo-non luogo destinato a tutti, che tutti possano accedere alle rete, che tutti abbiano il diritto alla conoscenza e al sapere e a partecipare all'intelligenza collettiva che internet realizza. L'intervento giuridico deve essere ridotto al minino, la legge statale deve intervenire solo per prevenire e punire la commissione di reati. La vera regola che vige sulla rete è la capacità di autonomia, il senso di responsabilità, di educazione e di rispetto delle regole di netiquette.


martedì 24 novembre 2009

Privacy e uso dati sensibili Google nei guai in Germania

Il governo tedesco si prepara a un'offensiva contro Google Analytics, il sistema utilizzato da 1,8 milioni di siti tedeschi - e assai diffuso anche in Italia - per misurare il proprio traffico online. Lo afferma on line il giornale Die Zeit, secondo il quale le autorità federali potrebbero addirittura arrivare a comminare multe fino a 50mila euro per i siti che dovessero continuare a utilizzare lo strumento di Google.

Nel mirino dell'autorità federale e di quelle dei länder che si occupano della protezione dei dati della privacy dei cittadini, è finito lo strumento che raccoglie informazioni di navigazione sugli utenti internet. Secondo le autorità il suo utilizzo sarebbe contrario alle leggi tedesche, anche se ancora non sono state definite le misure da adottare per spingere i gestori dei siti ad abbandonarlo.

Due gli addebiti ad Analytics. In primo luogo il sistema assocerebbe i dati di fruizione dei siti degli utenti ad altre informazioni raccolte attraverso i servizi Google, come ad esempio la posta Gmail, condividendo il tutto con terze parti, non prevedendo per l'utente la possibilità di rifiutare il proprio consenso. Il timore dell'authority è che Google sia in grado di ricavare i profili di milioni di utenti internet ricostruendo dai siti visitati i loro interessi, il loro stile di vita, le abitudini, le condizioni di salute. Questa carta di identità sarebbe inoltre collegata a un indirizzo Ip, dunque - in definitiva, affermano le autorità di garanzia - a una persona fisica.

In secondo luogo desta preoccupazione il fatto che le informazioni siano custodite da Google su server ubicati sul suolo americano. Ciò violerebbe le normative tedesche in materia.

Per Meyerdierks, responsabile della sicurezza dei dati per Google in Germania, contesta questa lettura. L'accordo Safe Harbor tra Unione Europea e Usa, afferma il poravoce, garantisce che i dati vengano custoditi in modo appropriato. Quanto alla profilazione, la possibilità per gli utenti di cancellare i cookie, i pezzetti di codice che restano nel nostro computer quando navighiamo su internet permettendo la nostra tracciabilità, li metterebbe al sicuro da ogni profilazione indesiderata. Che sarebbe in ogni caso anonima.

Si attende che le autorità federali e statali tedesche prendano una decisione definitiva entro la settimana. Analytcs è uno degli strumenti gratuiti di Google più utilizzati dai webmaster. In Germania lo adotta il 13% dei siti, in Italia gli utenti sono centinaia di migliaia. Le informazioni che ne derivano sono utilizzate anche da altri software del motore di ricerca, come ad esempio AdPlanner, che consente agli investitori di pianificare inserzioni e campagne pubblicitarie.

L'episodio tedesco è solo l'ultimo di una serie di addebiti dei paesi europei contro Google. Sotto accusa non solo la privacy, ma anche il pagamento delle tasse sui ricavi generati in Europa e il presunto abuso di posizione dominante nel mercato della ricerca e della pubblicità. A questo proposito nell'agosto scorso l'Antitrust italiano, dopo una segnalazione della Fieg, l'associazione degli editori, ha aperto un'istruttoria che è ancora in corso.

di Massimo Russo
www.repubblica.it

Nessun commento: