Questo blog vuole offrire uno spazio di approfondimento, discussione, riflessione, su molte delle problematiche affrontate durante il corso e per introdurne delle altre. Uno spazio didattico quindi ma non solo. Il titolo del blog richiama la necessità che internet sia un luogo-non luogo destinato a tutti, che tutti possano accedere alle rete, che tutti abbiano il diritto alla conoscenza e al sapere e a partecipare all'intelligenza collettiva che internet realizza. L'intervento giuridico deve essere ridotto al minino, la legge statale deve intervenire solo per prevenire e punire la commissione di reati. La vera regola che vige sulla rete è la capacità di autonomia, il senso di responsabilità, di educazione e di rispetto delle regole di netiquette.


domenica 29 novembre 2009

Assediati dai software intelligenti

La sfida tra l’uomo e la macchina intriga gli scienziati da anni, ovvero da quando sono riusciti a trasferire almeno alcune delle caratteristiche proprie dell’intelligenza umana ai «robot». Non si tratta solo di creature più o meno antropomorfe o zoomorfe (dall’aspirapolvere Roomba al cagnolino Aibo passando per il robot umanoide della Honda, Asimo), ma di sofisticati algoritmi con enormi spazi di applicazione nel settore della comunicazione ed elaborazione dati.

«La robotica oggi ha trovato nicchie applicative di grande interesse. si può dire che l’intelligenza artificiale (ai) sia ovunque intorno a noi», dice Andrea Bonarini del laboratorio Ai & Robotics del Politecnico di Milano. «Basti pensare ai software intelligenti per l’interpretazione dei trend di mercato, che permettono di costruire campagne pubblicitarie mirate, a quelli per la pianificazione delle attività strategiche in azienda o ai sistemi informatici che fanno dialogare tra loro database diversi».

Anche in Borsa da tempo vengono usati programmi di Ai per la compravendita di strumenti finanziari: Richard Balarkas, Ceo di Instinet Europe, fa notare che i mercati azionari europei sono per la maggior parte pilotati da algoritmi in grado di compiere sofisticate analisi sui titoli e l’andamento del mercato. Questi programmi non sempre tengono il passo con la dinamicità tipica delle borse, ma poichè trovare il software giusto vorrebbe dire assicurarsi guadagni milionari, scienziati (e aziende) non smettono di testare nuovi prodotti: l’ultimo è quello di Krishnen Vytelingum della University of Southampton che, insieme a colleghi della University of Bristol, ha sviluppato un programma di trading migliore del 5% di quelli esistenti: è più dinamico (cambia la sua aggressività in base al comportamento degli altri agenti) e sa impostare le scelte in base all’analisi di periodi passati.

Particolarmente studiata l’informatica scacchistica: anche perchè permette applicazioni in altri campi, dalla telefonia alla psicologia. l’italiano Giancarlo Delli Colli è autore del software Equinox (all’ultimo Festival della Scienza di Genova ha sfidato i due scacchisti Elena Sedina e Igor Efimov). C’è stata anche una partita tra i due programmi Equinox e Freccia, anche questo di un italiano, Stefano Gemma, vinta dal primo. I software intelligenti si sostituiscono anche al medico o allo scienziato. Lo scienziato-robot Adamo della Aberystwyth University e della Cambridge University (Uk) ha elaborato un’ipotesi di ricerca, verificata e ripetuto l’esperimento.

Esiste anche il giornalista-robot: un programma evoluto capace di scrivere articoli, per ora solo di sport (baseball). Il progetto, denominato Stats Monkey, è dell’Intelligent Information Laboratory della Northwestern University americana: tutto quello che serve, pare, sono crawlers che mescolano espressioni del linguaggio umano e citazioni di articoli precedenti. Dato che un articolo di sport contiene informazioni standard, il sistema riesce a generare automaticamente il testo, compresi titolo e foto.

Fantascienza? No: l’azienda californiana demand media, che ha stretto una partnership con Google, crede nel giornalismo on-demand, generato - almeno in parte - al computer. L’algoritmo proprietario di demand media cerca attraverso i termini di ricerca inseriti su Google, individua le parole chiave su cui puntano gli inserzionisti e produce migliaia di argomenti per articoli e video che corrispondono a quanto è più richiesto sul web. La storia viene poi sviluppata da freelancer «umani» - almeno per ora.

E in Italia? «La comunità robotica italiana è all’avanguardia e contende il primato a Germania, Francia e Svezia. Non ci mancano i cervelli, il nostro problema sono risorse e strutture», risponde Stefano Chiaverini, direttore del dipartimento di automazione, elettromagnetismo, ingegneria dell’informazione e matematica industriale dell’Università di Cassino.

I finanziamenti ministeriali sono esigui (10 milioni di euro per l’intera area dell’ingegneria industriale e dell’informazione), ma grazie al settimo programma quadro Ue la robotica ha ottenuto 400 milioni, di cui circa il 10% tornerà in Italia. «L’università di Napoli Federico II, unitamente al mio ateneo, la seconda università di Napoli, l’università di Salerno, l’università della Basilicata e l’università di Roma Tre, è partner di un grosso progetto europeo sulla robotica, Echord, guidato dall’università tecnica di Monaco, che ha ottenuto il maggior finanziamento ue mai dato al settore (19 milioni di euro). Echord metterà l’accento sulla ricerca finalizzata all’applicazione industriale, favorendo il trasferimento tecnologico dai laboratori alle aziende», conclude Chiaverini: «solo così robot e programmi di Ai diventeranno prodotti di elettronica di consumo».

www.lastampa.it

Nessun commento: