Questo blog vuole offrire uno spazio di approfondimento, discussione, riflessione, su molte delle problematiche affrontate durante il corso e per introdurne delle altre. Uno spazio didattico quindi ma non solo. Il titolo del blog richiama la necessità che internet sia un luogo-non luogo destinato a tutti, che tutti possano accedere alle rete, che tutti abbiano il diritto alla conoscenza e al sapere e a partecipare all'intelligenza collettiva che internet realizza. L'intervento giuridico deve essere ridotto al minino, la legge statale deve intervenire solo per prevenire e punire la commissione di reati. La vera regola che vige sulla rete è la capacità di autonomia, il senso di responsabilità, di educazione e di rispetto delle regole di netiquette.


giovedì 15 novembre 2007

Rubava mobili virtuali: arrestato ragazzo olandese

Parlavo a lezione qualche giorno fa del concetto di virtuale che non deve essere inteso come spesso si crede nel senso di "irreale", ma come nuova dimensione del reale. Eccovi una notizia apparsa su "Repubblica" di oggi che forse aiuta a rendere l'idea ...

Forse voleva solo rendere più bella e ricca la sua casa virtuale. Forse la sua paghetta, nella moneta del suo universo parallelo - come gli Habbo crediti, una sorta di Linden dollari dei piccoli - non era sufficiente per decorarla proprio come voleva lui. Oppure, meno poeticamente, ha solo pensato a tavolino ad una frode a danni degli altri inquilini della sua comunità in rete. Ma il furto di mobili, per quanto virtuali, può avere conseguenze assai reali: così è stato arrestato un ragazzo olandese di 17 anni, accusato di aver rubato pezzi di arredamento su Habbo, popolarissimo sito di networking in 3D per adolescenti, e di averli portati nella sua "stanza". Perché se gli oggetti sono solo visibili sul monitor di un computer, sono però stati acquistati con soldi molto veri: così l'hacker, con in tasca un bottino di 4000 euro, è finito nei guai. Insieme a lui la polizia ha interrogato altri cinque quindicenni. Secondo un portavoce della Sulake, l'azienda che gestisce l'Habbo Hotel, i sei hanno indotto persone ignare a consegnare loro le password e le proprie informazioni personali, creando falsi siti Habbo. La decisione di adottare una linea di tolleranza zero è dettata dagli eventi: nei mondi virtuali come Habbo, dove i ragazzi possono conoscersi, diventare amici per "fare una festa, lanciare palle di neve, costruire una piramide", come invita la homepage del sito, quella di rubare informazioni personali sta diventando una brutta e pericolosa abitudine: questo è il primo caso, esemplare, in cui la polizia è intervenuta.
Nel mondo di Habbo gli utenti possono creare i propri personaggi, decorare le loro stanze nell'hotel, incontrarsi, giocare e fare acquisti, appunto, con gli Habbo crediti. Costo? 6,25 euro per comprarne 60. Il gioco piace e la comunità prolifera: ogni mese sei milioni di persone giocano all'Habbo hotel in oltre 30 paesi. "E' un furto vero e proprio perché i mobili sono stati acquistati con soldi veri", dice alla Bbc un portavoce della Sulake. Ma come ci sono riusciti? L'unico modo è appropriarsi di username e password altrui, collegarsi, e rubare i pezzi di arredamento: dai tatami giapponesi ai comodini, alle cassettiere. Non è la prima volta che capita e ora si è deciso di fare qualcosa. Del resto, i furti virtuali sono in crescita: nel 2005 in Cina, un giocatore è finito pugnalato a morte per una lite su una spada durante un gioco. (15 novembre 2007)

2 commenti:

Unknown ha detto...

In relazione alla notizia apparsa su repubblica inerente l'arresto del ragazzo canadese,vorrei portare alla vostra attenzione un preoccupante resoconto(vedi http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/scienza_e_tecnologia/second-life-news/paradiso-perduto/paradiso-perduto.html),sul cosiddetto "paradiso perduto".
Il succitato articolo solleva,a mio parere,svariati punti di riflessione inerenti non solo i mondi virtuali o Internet(nella sua accezione di "luogo-non luogo")ma,anche,purtroppo,la società civile e parte dei suoi mali.
Conscio,data la complessità del tema,dell'impossibilità di articolare una riflessione costruttiva sic et simpliciter,mi limito ora ad un breve elenco dei punti che tenterò di sviluppare in interventi successivi:

1)Il "virtuale" nella sua duplicità semantica

2)Le due facce di Internet

3)La "destrutturazione della società civilis"

Unknown ha detto...

Purtroppo,o per fortuna,ciò che era originariamente nato come un breve commento ad un post,sì è ritrovato,data la complessità dell'argomento,a dover supportare una più ben complessa e articolata struttura,ho ritenuto quindi opportuno creare un blog in cui sviluppare,spero anche con la vostra collaborazione,una riflessione su questo e altri temi